O tema do “Deep State” foi colocado na
agenda política pelo Presidente Trump (tal como o das “Fake News”). No discurso
de Trump, o “deep state” e as “fake news” (geradas no conluio dos media mainstream
com personagens do “deep state”) são o fundo e a forma de uma conspiração
anti-democrática para derrubar o presidente eleito pelo povo americano. Mas,
afinal, o que é isso do “estado profundo”? A Limes, rivista italiana di geopolítica,
disseca o tema na edição que amanhã coloca à disposição do público. Um trabalho
informado e sério, com a abrangência, profundidade e rigor habituais na Limes.
Stati profondi, gli abissi del potere
“Lo Stato è un Giano bifronte, uno
spazio in cui per ogni camera del potere diretto si forma un’anticamera di
influssi e poteri indiretti, in cui alla dimensione politica si affianca quella
dello Stato profondo.
Labirinto di burocrazie,
funzioni, e influenze pubbliche o private, lo Stato profondo rappresenta
– nell’espressione del filosofo e giurista Carl Schmitt – l’anticamera
del potere, corridoio diretto tra l’apice decisionale e i suoi
esecutori, indispensabile alla vita delle istituzioni e alla loro proiezione
geopolitica.
La prima parte – Gli Stati profondi delle
maggiori potenze – ripercorre dall’interno le anticamere
dei principali attori geopolitici mondiali. Si segnalano qui i contributi di
Dario Fabbri (“Negli abissi della superpotenza”),
Giorgio Cuscito (“Xi, partito, Stato, la nuova
verticale del potere in Cina”), Orietta Moscatelli (“Putin collettivo e Putin
singolo: le due facce dell’impero”) e Giovanni Collot (“‘Ceci n’est pas un État’, il
potere improbabile della burocrazia europea
”).
La seconda parte – Il mondo visto dagli apparati –
è dedicata ai protagonisti delle anticamere, veri e propri manovratori e
vettori della proiezione di potenza. Si richiamano qui i contributi di Federico
Petroni (“I proconsoli d’America”),
Jean-Baptiste Noé (“Il senso della Francia per lo
Stato”) e Nikolaj Petrov (“La nomenklatura nel nome di
Putin”).
La terza parte – Lo Stato profondo italiano –
è incentrata sui gangli e sul cuore del potere burocratico-amministrativo del
nostro paese. Qui si sottolineano le analisi di Carlo Pelanda (“Il Quirinale è il cuore del
nostro Stato profondo”), Alessandro Aresu (“Così si diventa Gianni Letta“)
e Carlo Nordio (“Come magistratura comanda”).
Dopo un racconto di
Antonio Pennacchi, chiude il numero la
consueta rubrica curata da Edoardo Boria, La storia in
carte.
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