IL TRIANGOLO USA-CINA-CANADA
LIMES
[di Lorenzo Di Muro,
da “Il mondo oggi” di giovedì]
Oggetto
dell’offensiva a
tutto campo degli Usa, la Cina continua a mandare segnali solo apparentemente
contrastanti.
Da un lato si mostra conciliante sul fronte commerciale-economico (dal 1° gennaio sospenderà per tre mesi i dazi aggiuntivi sull’industria dell’auto Usa), dall’altra ribatte colpo su colpo alle mosse di Washington e alleati, a partire dalla vicenda giudiziaria esplosa con l’arresto della vicepresidente di Huawei in Canada.
Il cerchiobottismo di Pechino è funzione della fase tanto incerta quanto decisiva che attraversa il Celeste Impero, alle prese con un’economia in rallentamento e disequilibri strutturali socio-economici, gli ostacoli alla realizzazione delle nuove vie della seta, le ricadute sul soft power derivanti dalla questione Xinjiang. Eppure il Partito comunista e il suo uomo forte, il presidente Xi Jinping, non possono permettersi di mostrare arrendevolezza di fronte alle manovre della superpotenza a stelle e strisce, né di compromettere la crescita economica. La legittimità politica nella Repubblica Popolare continua infatti a basarsi su due assi principali: nazionalismo e sviluppo economico.
Ecco perché le autorità cinesi hanno fermato un altro cittadino canadese – dopo aver arrestato un ex diplomatico – indagato per motivi di “sicurezza nazionale”. Dapprima l’annuncio ottimista del presidente Trump sui negoziati economici e la notizia della probabile riduzione/eliminazione dei dazi alle importazione dagli Usa da parte di Pechino, strumenti potenzialmente utili a contrarre il deficit commerciale di Washington. Poi sui media è trapelato che la Repubblica Popolare starebbe apportando correttivi economici strutturali quali la revisione del piano Made in China 2025, una riforma delle aziende di Stato in senso concorrenziale.
Mosse
cosmetiche che non alterano la natura della competizione fra l’attore egemone e
il suo principale sfidante. E che mettono in una posizione scomoda attori
più o meno vincolati agli Usa. Da qui la richiesta di Ottawa, già ammonita dalle testate cinesi, al magnate newyorkese di
non politicizzare la questione giudiziaria – che di giudiziario ha ben poco.
LE ALEUTINE CONTRO RUSSIA E CINA
La
sfida sui mari fra gli Stati Uniti e i loro rivali Russia e Cina arriva
anche alle isole Aleutine.
Washington sta consolidando la propria impronta militare sul suo arcipelago più
a ovest – anche rispetto alle Hawaii – che sorge in posizione
strategica a cingere l’accesso allo stretto di Bering e dunque all’Artico. Qui
stanno aumentando le esercitazioni, la Marina pianifica di collocare gli aerei da ricognizione P-8 Poseidon
sull’isola di Adak ed è stato di recente potenziato il radar North Warning
System, pensato per difendere il Nordamerica dai
missili balistici sovietici ma utile anche per monitorare il traffico
aero-navale.
Proprio
in questo aspetto risiede il valore strategico della riscoperta dell’utilità
delle Aleutine. Gli Usa sono talmente poco presenti e avvezzi all’Artico che
hanno bisogno anche solo di aumentare le informazioni su che cosa fanno i russi
e i cinesi in seconda battuta. Qualunque attività nei mari e nelle regioni
polari può avere un significato tanto civile quanto militare, dalla costruzione
di porti allo sviluppo di rompighiaccio, fino alle attività di ricerca e
soccorso. La posizione dell’arcipelago, margine settentrionale del Pacifico,
serve anche come snodo logistico per operazioni e monitoraggio verso sud.
Washington
ha un grande vantaggio geografico: dell’Artico controlla più o meno
direttamente ogni porta d’accesso (e soprattutto di uscita). Da Bering al
canadese passaggio a nord-ovest fino all’europeo Giuk gap, interamente in area Nato. E si sta attrezzando di
conseguenza in Alaska, Norvegia, Islanda. Per assicurarsi che nessuna minaccia
fuoriesca dal regno dei ghiacci.
Como a China põe o mundo de pernas para o ar para poder ocupar o lugar no centro, o lugar de 'império do meio'...
One Belt, One Road, um mapa propositadamente deixado incompleto por Pequim...
Uma antecipação do possível:
Projecção: Mapa do Mar do Sul da China e Estreito de Singapura, em 2023...
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