A realização da I Cimeira da IE francófona foi, entretanto, anunciada para 2020 na Tunísia.
Dal Marocco al
Senegal: Così l’Intelligence Economica francese controlla l’Africa
Di Giuseppe Gagliano | 5 Gennaio 2019
Parigi, 5 gen – Nel novembre del 2004 il Marocco ha deciso di porre in essere una politica pubblica di intelligence economica nazionale e territoriale. Ciò è stato possibile grazie alla guida di Philippe Clerc, direttore dell’intelligence economica e dell’assemblea generale delle camere di commercio e dell’industria francesi. La concreta attuazione di una efficace intelligence economica non sarebbe stata possibile senza il sostegno del sovrano marocchino,del ministro degli affari economici e generali, del professor Xavier Richet, della Sorbonne Nouvelle e Driss Guerraoui, dell’Università di Rabat e consigliere del Primo Ministro.
La sinergia posta in essere da questi attori ha portato alla
creazione di una cellula di analisi per fornire la guida necessaria per il
dispositivo in costruzione, nonché un osservatorio per lo studio e la ricerca
sulla intelligence economica. Il passo successivo è stata la realizzazione nel
2006 del Centro di intelligence
strategica presso l’ufficio del Primo Ministro.
Nello stesso anno, l’Associazione
marocchina per l’intelligence economica è stata creata da attori e
ricercatori del settore privato con l’obiettivo di fornire uno strumento
di indispensabile coordinamento tra settore pubblico e privato.
Una delle prime implicazioni di questa collaborazione feconda è
stata la realizzazione dell’Istituto
marocchino di informazione scientifica e tecnologica.
Un’altra conseguenza di estrema rilevanza, frutto della
collaborazione tra pubblico e privato, è stata l’utilizzo dell’intelligence
economica per promuovere gli interessi della Maroc Telecom, dell’Ufficio del
Fosfato (OCP), della Caisse de Dépôt et de Gestion (CDG) e del Banque Centrale
Populaire (BCP).
Nel 2012, ben 14
università del Marocco hanno partecipato ai 17 centri di competenza sviluppati
nel territorio, collegando centri di ricerca e aziende in una rete che mira per
così dire a irrigare questo sistema di ricerca e sviluppo attraverso la sua
rete di monitoraggio.
Nel 2016, Casablanca ha ospitato la prima African Business Intelligence Conferences, che è diventata il punto di incontro per la comunità di intelligence economica nel continente.
Difficile, alla luce di sottolineato, negare che il
Regno del Marocco sia il motore per lo sviluppo dell’intelligence economica sul
continente africano.
Per quanto concerne il Senegal, il termine
“Intelligence economica” appare per la prima volta con un decreto del 15
febbraio 2005 che stabilisce e fissa le regole di organizzazione e
funzionamento dell’Agenzia di promozione delle
esportazioni senegalesi (ASEPEX) con il Trade Point
Senegal al suo interno.
Il Senegal è stato il primo paese dell’Africa sub-sahariana a
organizzare un seminario sulla intelligenza economica, nel novembre 2008, alla
presenza del Segretario generale della Presidenza della Repubblica del Senegal,
Abdoulaye Balde. Questo evento ha dato i natali nel 2009 alla Scuola panafricana di Intelligence
Economica e Strategica (EPIES) sostenuta dal Centro di studi diplomatici e
strategici di Dakar e assistita dall’Ecole
de Guerre Economique di Parigi.
In altri termini, il Senegal è stato uno dei primi
paesi africani ad aver deciso di intraprendere una riflessione sulla sua
sicurezza economica e lo sviluppo di determinate attività
economiche attraverso la gestione delle informazioni.
Nel giugno 2015, il capo dello Stato Macky Sall ha impegnato il
governo per assicurare, tra l’altro, l’operatività di un sistema nazionale di
intelligence economica.
Così, un sistema di intelligence economica è stato istituito
all’interno del ministero dell’Economia delle Finanze e della Pianificazione.
Pertanto, un’unità di intelligence Economica all’interno del MEFP, coordinata
da un consulente tecnico, ha come missione la creazione e il coordinamento dei
dispositivi per la raccolta e l’elaborazione di informazioni strategiche utili
per il processo decisionale.
Inoltre questa unità di intelligence economica attua analisi
geoeconomiche tutelando in tal modo la sicurezza economica.
Questi due esempi stanno a dimostrare come la Francia abbia
attuato nel corso di questi ultimi dieci anni un efficace coordinamento tra
Stato, imprese e centri di intelligence economica allo scopo di tutelare i
propri interessi nazionali.
Ci auguriamo che anche il nostro paese possa trarre esempio da
questa efficace sinergia e possa quindi creare le condizioni per garantire i
propri interessi nazionali anche nel continente africano.
Giuseppe
Gagliano
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